
Al centro dell’immagine vediamo un uomo che esce da un cubo nero, il quale riporta una lettera Schin rossa. Quest’uomo è poi inscritto nell’immagine di un uccello con le ali spiegate verso l’alto.
Essendo l’uccello riportato una fenice, comprensibile dalle ali che si dispiegano verso l’alto, ci risulta comprensibile il fatto che l’uomo sia dunque l’Intelletto (il nous) il quale, attraverso l’opera del fuoco simboleggiata dalla Schin e quindi della concentrazione interiore, nasce dal cubo nero. Quest’ultimo ci riporta ovviamente all’altare al centro del Tempio ed alla Ka’ba islamica, che è il simbolo della mente umana, legata indissolubilmente all’acqua o meglio al Grande Mare.
Abbiamo già dunque un primo segno tangibile che è quello secondo il quale la mente umana, se stimolata dalla concentrazione interiore (meditazione), può far svegliare l’Intelletto che è dentro ognuno di noi.
Immerse nell’acqua vediamo 3 figure: a sinistra un uomo infuocato che sorge dalla terra, a destra 2 donne immerse a mezzo busto. Rispettabilmente, potrebbero essere il simbolo delle sensazioni e delle emozioni.
Tutte sono attorniate da saette, come ad indicare la possibilità di interagire come forze condizionanti.
In alto vediamo un angelo che suona una tromba, simbolo dell’annunciazione festiva, ma anche dell’Influenza Divina che discende con impeto sull’Intelletto umano.
Il triangolo verde che collega le figure è il simbolo del fuoco, ma essendo verde ovvero del colore base della creazione, è un fuoco che non arde, così come il roveto ardente di Mosé. Pertanto, è una ulteriore conferma della presenza divina, della Shekinah che discende sull’Intelletto umano.
Anche le 7 Yod presenti ai lati del triangolo, essendo di colore verde, richiamano il principio divino, così come d’altronde rappresentano esse stesse. Sono in numero di 7 poiché 7 sono le forze planetarie condizionanti l’uomo e d’altronde queste si trovano oltre le nubi della razionalità umana.