Ridendo e scherzando con simpatia, abbiamo avuto modo di poter dare seguito ad una frase che, per quanto possa sembrare banale ed espressa con profonda ignoranza da chi pensa di non essere ignorante, ma che purtroppo lo dimostra nei fatti, può regalarci una rilassata speculazione ed un altrettanto rilassato momento di introspezione, alla ricerca di quella verità che risiede all’interno di ogni essere vivente. Orbene, questa frase è la seguente:

Possiamo dare un significato esoterico anche alla giarrettiera a questo punto

Ed è per questo, dunque, che ci approcciamo ad intraprendere un percorso semi comico che ci porterà a trovare in effetti anche un significato più profondo proprio a questo indumento che, seppur utilizzato ultimamente in Italia solo ed esclusivamente il giorno del matrimonio da parte della sposa, ha in effetti un aspetto che in pochi conoscono e che forse merita di essere approfondito da chi il simbolismo lo studia e lo esplica a favore dei profani che pensano di poter entrare nel Tempio.

Come è nostro consueto agire, partiamo dall’analisi etimologia della parola e subito vediamo che il termine proviene dal francese jarret il quale non è altro che un accessorio d’abbigliamento in uso nei secoli scorsi che, indossato alla coscia, serviva a sostenere le calze. A sua volta, jarret deriva dal celtico GAR che significa semplicemente “gamba”.

Abbiamo dunque già due termini sui quali possiamo speculare, cercando di trascendere la forma per arrivare all’essenza.

Essendo il celtico una lingua sacra, abbiamo ben pensato che il termine GAR meritasse ulteriore indagine.

Abbiamo, quindi, trovato che GAR significa cespugli, macchia[1], legandosi dunque ad un aspetto puramente inerente all’elemento terra ed alla vegetazione; tant’è che in italiano, gariga è appunto una formazione cespugliosa.

Potremmo dunque dedurre che vi siano aspetti legati alla propria componente materiale, ma soprattutto cogliamo un palese invito all’umiltà, al rimanere in basso nonostante la pienezza delle forme alle quali spesso ci rivolgiamo. Chi parla di giarrettiera in senso spregevole, è purtroppo vicino al segno evidente della mancanza di conoscenza che, ahimè, contraddistingue il massone italiano medio. Le troppe spillette, i collari arricchiti da decorazioni dorate e luccicanti, le pompose introduzioni formali agghindate da aggettivi barocchi, fanno purtroppo dimenticare, spesso a chi raggiunge alti gradi, che il primo dovere del Libero Muratore è quello di Sgrossare la Pietra Grezza! Ebbene sì, lo sgrossamento della pietra porta a togliere tutte le asperità che sono presenti nella nostra forma sociale che abbiamo costruito ignorantemente nel tempo: la nostra personalità. È dunque nostro dovere riportare l’attenzione all’umiltà che non è semplicemente un attributo di chi si rende mite e riservato, ma è una virtù di chi ha potuto trascendere la propria personalità per arrivare all’essenza del proprio essere; elemento che purtroppo contraddistingue pochissimi iniziati, soprattutto in questi tempi moderni.

Il significato di “gamba” si collega ovviamente all’umiltà poiché è attraverso le gambe che noi possiamo camminare e quindi intraprendere simbolicamente un percorso che porta alla Verità ultima delle cose; in questo meraviglioso cammino che va oltre lo spazio ed il tempo, possiamo riconoscere ciò che la giarrettiera significa realmente.

Di fatto, questa serve, come dicevamo prima, a sostenere le calze. Ha dunque un attributo di sostegno e pertanto lo possiamo benissimo legare alla figura del Maestro che, oltre ad essere una guida per l’Apprendista che con zelo affronta la propria via, ne è indubbiamente il sostegno nei momenti di sconforto che inevitabilmente si presentano a chi compie la Grande Opera. Allora possiamo ben dire che un Sovrano di una Obbedienza Massonica, che è il sostegno primario di tutta la struttura che guida con orgoglio e soddisfazione, è in effetti egli stesso una giarrettiera. Nel caso di chi ha proferito la frase trattata, è una giarrettiera indubbiamente ornata a ben dovere, con una copertura di pietre preziose e decorazioni dorate in stile barocco.

Seppur l’associazione possa far ridere lo sciocco, vorrei soffermarmi però sull’effettiva validità della tesi riportata, poiché è evidente che la Massoneria oggi è palesemente dimostrazione di apparenze e luccichii che purtroppo deviano dal percorso che la stessa giarrettiera voleva indicare nel suo senso di “cosa umile”.

Ed allora lanciamola questa giarrettiera, così come fanno le spose e passiamo il testimone a chi ha il desiderio di riceverlo. Dietro di voi, cari Supremi, ci stanno tante belle zitelle che, non ancora realizzate e spesso neanche a conoscenza del piacere intimo che può produrre l’unione con la Luce, hanno voglia di portare in alto il simbolo di ciò che si trova in basso per degenerare ulteriormente ciò che personalmente ritengo più sacro a questo mondo.

Magari, nell’afferrare quest’accessorio così ingiustamente criticato dal nostro amico, il bencapitato avrà l’opportunità di poter essere ammesso al nobilissimo Ordine della Giarrettiera e poter districare il dubbio della frase trattata con un poderoso Honi soit qui mal y pense, ovvero “Sia vituperato chi ne pensa male”.

Non pensiamone male allora di questa benedetta o maledetta giarrettiera, poiché ci ha regalato questi splendidi 10 minuti di lettura per distrarci dai problemi della vita, ma che indubbiamente ci ha riportato sinceramente ad indossare l’abito nero dell’umiltà e della Grande Opera che gli Iniziati compiono nel loro più intimo silenzio, dove ora torniamo.


[1] https://golfodeipoeti.weebly.com/celti.html

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