Perché io sono la prima e l’ultima
Io sono la venerata e la disprezzata,
Io sono la prostituta e la santa,
Io sono la sposa e la vergine,
Io sono la madre e la figlia,
Io sono le braccia di mia madre,
Io sono la sterile, eppure sono numerosi i miei figli,
Io sono la donna sposata e la nubile,
Io sono Colei che dà alla luce e Colei che non ha mai partorito,
Io sono la consolazione dei dolori del parto.
Io sono la sposa e lo sposo,
E fu il mio uomo che nutrì la mia fertilità,
Io sono la Madre di mio padre,
Io sono la sorella di mio marito,
Ed egli è il mio figliolo respinto.
Rispettatemi sempre,
Poiché io sono la Scandalosa e la Magnifica.

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One Reply to “Inno a Iside”

  1. Per l’incontro con Iside è rituale. Noi andiamo verso di Lei.
    Mi viene in mente una preghiera e mi sembra una buona occasione per parlarne.

    La Pietra di Paragone degli ermetisti
    Da: Solazaref, Introitus ad philosphorum lapidem – 1994
    Edizioni Mediterranee.

    L’esilio volontario è la tappa filosofica che concerne l’estrazione del soggetto dalla miniera. Mi permetterete, a somiglianza degli Antichi, di non citare per nome la primissima materia, quantunque sappiamo che voi conoscete la denominazione precisa. Non si tratta di tuffarci ora nei falsi pretesti del segreto con cui si dilettano i maniaci. Atteggiamento che non fa parte del nostro comportamento, ma preferiamo tuttavia tacere il nome moderno per semplice rispetto per la Dama, per la sacra nozione che vi si annida e, indipendentemente da quanto ne pensino gli avidi, per non cadere nella reale volgarità.
    Perché l’incontro col Soggetto è rituale. Noi andiamo verso il Soggetto, con la spirito aperto, umili, in preghiera. Questa supplica è, come tutti i piani d’integrazione dell’Arte, un’evidenza che si unisce alla vostra interiorità per necessità. Voi provate al termine della fusione dei gradi precedenti, un’estinguibile fame di mettervi in cammino per cercare la miniera. Al medesimo tempo, i primi guai accompagnano le vostra ricerche. Dapprima le vostre inchieste verbali – dove trovare, quale qualità, la quantità ponderale… –, poi, i contatti spesso difficili con l’ambiente minerario, che non sa che farsene dell’Alchimia.
    Frequentemente, la massa di queste preoccupazioni vi farà perdere coraggio, orientandovi verso le remittenze oppure, cosa più grave ancora perché dinamizzata dalla fretta, verso le soluzioni malandate di tipo industriale, dimenticando che tutti i filosofi, lungo i secoli, si scontrarono con questa prova. Che abitiate in Belgio, in Italia, in Olanda, in Francia o altrove, voi dovete partire alla ricerca del Soggetto. Non soltanto ve do l’ordine, ma esigo che intraprendiate durante questa probazione, sulla medesima strada, un pellegrinaggio in buona e dovuta forma.
    Non vi autorizzo ad intraprendere quanto scrive Fulcanelli nelle Dimore Filosofali1 a proposito di Nicolas Flamel2 e se egli poteva permettersi di inviare un incaricato per cogliere il Soggetto nel giacimento, voi siete ben lontani dall’eguagliare il suo valore spirituale. Non è neppure il caso di dire: « il pellegrinaggio di Nicolas Flamel è un’invenzione, posso quindi farne a meno », ignorando tutto della realtà e non avendo compreso nulla della sua opera.
    Recatevi sui luoghi di estrazione e, prima di raccogliere il minerale spirituale, camminate, andata e ritorno, sino al più vicino luogo santo: la Provvidenza vi riserverà la vostra pietra di paragone, il vostro dolore. E che sia distante dieci o trecento chilometri, prendete il bastone, la pellegrina e mettetevi in cammino, con il libro dei salmi in mano. Non siete dispensati, non siete esentati, nessuna scusa è accettabile agli occhi della Vergine. Sposati oppure no, uno o cinque figli, situazione sociale solida o precaria, giovani o più anziani, uomo o donna, dovete mobilitare il tempo richiesto e offrirlo alla ragion di stato alchemica.
    Non sospettate neppure ciò che vi verrà dato in cambio del vostro primo sforzo. Sacrificio che è anche l’insegnamento stesso, questo confronto fra la consuetudine della vostra vita ed i ritmi sacri della Natura genererà le sostanze richieste per la comprensione della seconda opera, che sono semplicemente poste al riparo durante la prima. Se voi passate sopra e questo imperativo, vi risveglierete in un immenso dolore il cui segno caratteristico è la sterilità: vuoti, sarete vuoti come della vecchie pelli dove l’aria della vanità che le gonfiava fugge dai pori della vanagloria.
    Pagate prima di persona, prima di domandare sempre.
    Non avete alcun diritto, alcun privilegio, alcuna superiorità. Dovete, per l’iniziazione, riunire i valori prescritti vivendo un periodo scelto dalla Provvidenza nelle condizioni più basse, errando di luogo in luogo verso il Santuario che vi è assegnato. Bisogna che viviate per la prima volta nella vostra vita la sensazione animica della fame, della sete, della fatica reale. Il pellegrinaggio vi metterà nelle giuste condizioni perché possiate raggiungere il vostro autentico valore umano.

    Barbeau

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