Maddalena Penitente – di Antonella Spina

La meditazione sulla morte è indubbiamente elemento cardine del percorso iniziatico e così pure la rappresentazione simbolica attraverso l’utilizzo della ritualità e di leggende che permettono all’uomo di desiderio di poter assimilare dei concetti che gli serviranno nel lavoro interiore e così accompagnarlo un passo avanti nel percorso di conoscenza di sé stesso e della divinità.

Nella Libera Muratoria, ma come anche in altre Organizzazioni Iniziatiche, la morte e la vita sono rappresentate in due momenti importanti del percorso, ovvero quello dell’Iniziazione e quello nel quale si arriva alla Maestria. Ovviamente, non si parla di morte e vita profana o comunque fisica, ma di una morte in questa vita e di una vita che trascendi questa vita.

Nel primo caso e quindi durante l’Iniziazione, avviene la prima morte attraverso la quale successivamente si rinasce. Fondamentalmente muore l’individualità profana che fino a quel momento si è identificata nel complesso di condizionamenti sociali, ambientali, familiari e religiosi che hanno costruito un Io fittizio, una maschera che ha permesso l’interazione sociale con il mondo affinché questo Io fosse accettato e riconosciuto. Morendo questa individualità, si rinasce come Iniziati e, affinché venga ricostruita una nuova individualità, l’Organizzazione Iniziatica alla quale si fa riferimento consegna un sistema di lavoro attraverso l’utilizzo di simboli, ritualità e leggende per poter Costruire il Tempio Interiore. Dunque, muore il Profano e nasce l’Iniziato.

Questa morte e rinascita comporta, anche se non in tutte le Organizzazioni Iniziatiche, l’assunzione di un nome iniziatico solitamente concesso dal Maestro e che definisce possibilmente il percorso che l’iniziato deve perseguire.

Un esempio di un nome iniziatico può essere quello utilizzato dall’autore del presente articolo che si fa chiamare Gregorio Amigdala.

Gregorio deriva dal latino Gregorius e significa Vigilante. Il concetto di Vigilanza, oltre ad essere presente nella Libera Muratoria già nel Gabinetto di Riflessione, è molto vicino alla chiesta cristiana ortodossa dove viene denominato come “Vigilanza del Cuore” e definisce un particolare stato in cui l’operatore si pone in osservazione dei propri pensieri ed emozioni al fine di non essere condizionato.

Amigdala è il nome latino del mandorlo, ma anche il nome di una parte del cervello che domina le emozioni e le paure, cosa che lo lega a quanto espresso prima in merito alla Vigilanza del Cuore. In quanto mandorlo, questo è associato dapprima al fatto che il mandorlo è considerato come vigilante della primavera, poiché i suoi fiori sbocciano proprio all’inizio della stagione, ma anche e soprattutto al concetto di mandorla mistica, ovvero alla Vesica Piscis associata nell’iconografia cristiana al Cristo e spesso anche alla Madonna. Questa particolare forma che richiama alla vagina femminile, altro non rappresenta che il luogo dal quale nasce il Logos divino e quindi simbolo della mente purificata.

Pertanto, il nome Gregorio Amigdala altro non significa che l’autore si sta spingendo in un percorso di Vigilanza delle proprie emozioni e pensieri per poter pervenire ad uno stato di purificazione della mente che permetterà la nascita del Logos in lui.

Quanto scritto finora rappresenta solo la prima morte poiché, nel percorso iniziatico si prevede una ulteriore morte dalla quale consegue una resurrezione. Infatti, dopo essere pervenuti alla definizione della nuova individualità ed alla sua apoteosi, ovvero al raggiungimento del suo massimo potenziale, questa deve morire per lasciare posto alla Sapienza Divina la quale, trovandosi simbolicamente interiormente all’Iniziato, risorge alla vita. Attraverso questa morte dunque, l’Iniziato perde completamente sé stesso e diventa mezzo di espressione della Volontà di Dio.

Un esempio di questa condizione si trova palesemente in San Paolo il quale, nella sua lettera ai Galati, dice:

non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me

In questa frase San Paolo riassume quanto di più potente esiste nel percorso iniziatico poiché l’Ego, che comunque era già stato precedentemente reso puro e portato alla massima potenza, viene finalmente crocifisso e pertanto la Sapienza Divina risorge nell’iniziato che diventa suo mezzo d’espressione.

Da qui si può dunque apprezzare maggiormente la frase espressa da uno dei più grandi iniziati del secolo scorso, il quale, riproponendo in chiave iniziatica quanto già affermato in passato da S. Agostino, diceva:

Fai ciò che vuoi sarà tutta la legge. Amore è la legge, Amore sotto la Volontà

Poiché nell’Amore, che è un fuoco sacro che tutto rinnova, si sacrifica l’Ego per far risorgere la Sapienza Divina nell’Iniziato che dunque compie la propria Volontà poiché egli stesso è espressione di Dio.

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