Così come per ogni argomento trattato, ritengo sia necessario partire dall’etimologia della parola e quindi dal sanscrito MATRAM che equivale a misura. In questo senso dunque la materia sarebbe la misura di qualcosa, ovvero che attraverso di essa si può definire qualsivoglia essere o cosa attraverso la forma e quindi la sua misura.

Un’altra derivazione può essere il latino MATER che significa madre. In tal senso è forse più semplice ricollegare il termine “materia” a ciò che è mia intenzione definire, ovvero materia in quanto madre, in quanto sostanza utilizzata per generare la forma e l’individualità. Infatti, potremmo benissimo definire la materia come madre del nostro essere in quanto elemento tangibile che ci costituisce e che prende una determinata forma secondo il genere o meglio l’idea generante. Pertanto, la materia può benissimo intendersi come parte femminile, passiva e ricevente l’idea che è a sua volta la parte maschile ed attiva.

Facendo riferimento alla simbologia esoterica, ma anche ad all’aspetto razionale della filosofia neoplatonica, esistono due tipi di materie: la materia che comunemente conosciamo, tangibile e legata al senso, al tatto ed una seconda invece che è di altra essenza in quanto legata ad un aspetto più che altro interiore. Infatti, se per materia si intende la misura, è chiaro che, oltre alla misura intesa come forma delle cose materiali, anche le immagini interiori o idee platoniche o meglio gli archetipi junghiani, hanno una forma definita e pertanto è lecito pensare che esista una materia di natura intellettuale, sottile e che costituisce l’essenza di cui sono fatti i sogni, frase di schakespeariana provenienza.

Non solo, esiste una ulteriore differenziazione per quest’ultimo tipo di materia che è ciò che si ritrova nella simbologia cristiana. Infatti, esiste una materia condizionata ed una incondizionata. La prima prende forma e misura dall’azione condizionante delle forze interiori ed esteriori, mentre la seconda è incondizionata e pertanto pura e vergine, pronta a partorire un concetto immacolato.

Per la materia condizionata è stata creata la figura della Maria Maddalena, donna che è stata definita peccatrice ed a buon ragione, non perché in verità essa fosse una donna esistita e tanto più peccatrice, quanto invece perché simbolo della mente condizionata dai 7 vizi capitali, simboleggiati questi ultimi dai 7 demoni che possedevano la donna e che furono poi scacciati dal Cristo.  

La Maddalena, in questo senso dunque rappresenta la mente dell’uomo che è condizionata da forze a lei sconosciute che la portano a sentirsi come una prostituta violentata continuamente, una mente compulsiva e non capace di mantenere la concentrazione, una mente dunque peccatrice.

La materia incondizionata e quindi la materia prima, è invece legata alla figura di Maria Immacolata la quale, essendo senza peccato sin dalla nascita, può permettersi di partorire il Logos divino. Questo è palesemente il simbolo della mente incondizionata dell’uomo che, essendo perfettamente rettificata e pura, riceve non più il condizionamento delle forze arcontiche, ma la Luce divina che, manifestandosi attraverso di lei diventa concetto puro, Logos divino e quindi Cristo.

Indagando invece nella simbologia massonica, troviamo il concetto di materia dapprima nel Gabinetto di Riflessione nel simbolo del pane raffermo così come nei triangoli disposti nelle 4 pareti e rappresentanti i 4 elementi; successivamente la ritroviamo nei viaggi simbolici con la purificazione dagli elementi.

Non volendo prolungare troppo l’articolo, dando la possibilità di andare nel dettaglio in futuri interventi già tra l’altro pronti per essere pubblicati anche se solo al momento opportuno, ci soffermeremo qui sulla necessità di dover dominare prima e trascendere poi la materia, in modo tale da poter pervenire ad una maggiore conoscenza di noi stessi.

Il concetto di dominare la materia e quindi i 4 elementi suggerisce che l’uomo deve dapprima auto osservare sé stesso in modo tale da poter conoscere questi suoi costituenti, come sono distribuiti e quali caratteristiche essi hanno.

L’auto osservazione è la base del lavoro iniziatico e d’altronde Autoptes erano chiamati gli iniziati ai piccoli misteri di Eleusi. Colui che osserva sé stesso è l’Iniziato chiamato a compiere un percorso di conoscenza che lo porterà poi ai Grandi Misteri.

La stessa condizione si trova in qualsivoglia scuola iniziatica e questo indica la grande importanza della meditazione sulla materia. Una volta conosciuti gli elementi che ci costituiscono, si potrà passare poi a trascenderli, a superarli affinché questi possano, da uno stato di equilibrio, generare o meglio liberare il quinto elemento e quindi riportare finalmente la propria essenza a manifestarsi senza condizionamenti, così come indicato prima nella simbologia cristiana con la Vergine Maria ed il parto del Logos divino, chiaro simbolo della Conoscenza Infusa di derivazione cristiana e che altro non è che quella Gnosi derivata dall’Intuizione Intellettuale.

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