“I semplici, assoluti ed immutabili misteri della divina Verità sono nascosti nel buio super luminoso di quel Silenzio che rivela il Segreto”

La frase in incipit è una modifica della frase di Dionigi Areopagita riportata nel rituale del IV grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato ovvero della Camera dei Maestri Segreti.

La frase corretta, ripresa dalla “Teologia Mistica” di Dionigi, è la seguente:

Trinità sovra essenziale oltremodo divina ed oltremodo buona, custode della sapienza dei Cristiani relativa a Dio, guidaci verso la cima oltremodo sconosciuta, oltremodo risplendente ed altissima dei mistici oracoli, dove i misteri semplici, assoluti ed immutabili della teologia vengono svelati nella tenebra luminosissima del silenzio che inizia all’arcano: là dove c’è più buio lì essa fa brillare ciò che è oltremodo risplendente, e nella sede del tutto intoccabile ed invisibile ricolma le intelligenze prive di vista di stupendi splendori.

Questa sia la mia preghiera.

Per quanto questa “preghiera” possa sembrare ad uso esclusivamente cristiano, poiché da tale tradizione ne deriva il pensiero, tuttavia, si può definire universale ed assolutamente mistica poiché, appunto, già nella lettura di questa, si può denotare l’esperienza che l’Iniziato in generale e quindi non solo della Massoneria, deve vivere in sé stesso per poter giungere a quella Conoscenza che in termini moderni è definita come “noetica”.

Volendo analizzare la frase riportata nel rituale, iniziamo a scomporla per chiarire meglio i concetti espressi ed il legame che essi hanno con la simbologia della Camera dei Maestri Segreti del RSAA.

In primo luogo, prendiamo evidenza dell’esistenza dei “misteri” della divina Verità che l’autore definisce come “semplici, assoluti ed immutabili”.

Cosa è il mistero?

Com’è nostra consuetudine, analizziamo l’etimologia della parola e vediamo che mistero deriva dal greco μυστήριον mysterion “cosa segreta, arcana” che a sua volta deriva da μύστης mystes che significa in particolare “Iniziato” e quindi da μύω myo che vuol dire “sto chiuso”. All’origine del verbo greco vi è la radice indoeuropea mu- che vuol dire “stare con gli occhi e la bocca chiusi”.

Ecco che subito osserviamo l’assonanza del termine con un simbolo primario del IV grado del RSAA, ovvero il Signum Harpocraticum. È infatti nel segno del silenzio che troviamo l’atto del chiudere la bocca, un atto che ci viene indicato dalla simbologia della Libera Muratoria e che racchiude tutta la primaria operatività nel lavoro che il Massone deve prefiggersi di compiere; un lavoro che viene già indicato nel grado di Apprendista Libero Muratore e che nel grado trattato viene ripreso con connotazioni forse più adatte alla mente moderna che ha bisogno di altri simboli per comprendere la tradizione della Divina Conoscenza.

Questi misteri di cui stiamo parlando, vengono aggettivati come “semplici, assoluti ed immutabili”. Andiamo dunque a scoprire cosa questi termini vogliano dire.

La parola “semplice” deriva dal latino simplex composto dalla particella sim- che indica una privazione, quindi “senza” e dalla particella plex ovvero plico che significa “piega”. Pertanto, “semplice” significa “senza pieghe” ovvero un oggetto, come può essere un foglio di carta, che non presenta imperfezioni. Tale concetto, nella Libera Muratoria dei primi tre gradi, viene espresso con l’allusione allo “sgrossamento della pietra grezza” che, piena di sbavature ed imperfezioni, deve essere resa cubica e quindi senza pieghe ovvero, appunto, semplice.

La parola “assoluti” deriva dal latino absolutus che significa “sciogliere, liberare” alludendo al fatto i misteri non hanno alcun vincolo con il mondo, ma appartengono ad una dimensione che trascende la mente umana e che quindi non possono essere compresi e quindi razionalizzati. La liberazione è un concetto espresso spesso nelle Tornate della Libera Muratoria, in quanto si vuole significare la libertà non solo morale, concetto prettamente illuministico e che non ci appartiene, quanto invece la libertà dai condizionamenti esterni ed interni che tengono l’uomo legato alla sua limitata percezione della Realtà e quindi della Verità.

La parola “immutabili” deriva dal latino immutabilem, parola composta dalla particella in- che significa “non” e dalla particella mutabilem la quale, a sua volta, deriva dal latino mutare che significa “cambiare, muovere”. Pertanto, “immutabile” significa che l’oggetto in questione non cambia, non si muove. Anche tale parola ci indica perfettamente l’operatività del grado in quanto bisogna rimanere in una situazione di stasi corporea e mentale per poter giungere a quel silenzio di cui sopra, condizione indispensabile per ricevere la Conoscenza.

Questi tre aggettivi utilizzati da Dionigi Areopagita per definire i “misteri della divina Verità” ci indicano dunque una strada maestra per pervenire alla Conoscenza in quanto bisogna essere “incondizionati” e per raggiungere tale stato bisogna operare su sé stessi e nei vari elementi che ci compongono.

Tali misteri, ci dice sempre il nostro maestro, sono nascosti in un “buio super luminoso”, ma qui la domanda sorge spontanea: che cosa è questo buio super luminoso?

Ci aiuta la Cabala a capirlo attraverso il concetto di אין סופ אור Ain Soph Aur che, tradotto in italiano significa “lo Splendore del Nulla Infinito” dove Ain sta per “Nulla”, Soph sta “Infinito” ed Aur per “Splendore”. Non volendo concentrarci troppo su concetti cabalistici, diremo semplicemente che tale idea rappresenta la percezione di Dio, non ancora manifestato, attraverso un bagliore, uno splendore che possiamo percepire in determinati stati meditativi, dopo aver trasceso completamente la nostra personalità. È proprio in questo stato che si può dire che il Silenzio regna sovrano poiché niente della nostra personalità esiste, ma semplicemente esiste il nostro essere che è “a Sua immagine e somiglianza”. Lo splendore, come ben sappiamo, è uno dei simboli più importanti del IV grado del RSAA e viene ben rappresentato dall’Ouroboro all’interno del quale una stella fiammeggiante con al suo centro la lettera Z di Ziza (o in arabo Al-Aziza, come il quartiere palermitano della Zisa o il quartiere catanese di Zia Lisa).

Sempre nella Cabala, lo Splendore viene rappresentato dalla Sephirah di היד Hod che appunto significa proprio “splendore” ed è proprio a questa Sephirah dell’Albero Sephirotico che bisogna collegarsi nel RSAA per capire meglio il IV grado di Maestro Segreto poiché è attraverso lo splendore di Hod che possiamo iniziare a “vedere senza vedere” nel mundus imaginalis per poi proseguire il nostro percorso di ascesi.

A questo punto, possiamo ben dire che per rivelare il Segreto, dobbiamo raggiungere questo stato di Silenzio meditativo dove non esiste più niente, non esiste più la personalità dell’uomo e pertanto è solo l’Essere che, in quanto non manifesto, è comunque percepibile attraverso una Luce, cosa che ci ricorda perfettamente il rituale di iniziazione alla Libera Muratoria.

Ma cosa è questo Segreto?

Segreto deriva dal latino Secretum che significa “separare” e più in particolare è il participio passato del verbo latino Secernere, termine utilizzato per indicare la emanazione di sostanze da alcune ghiandole anche nell’uomo. Se dunque ci concentriamo su questa definizione, la domanda successiva che ci poniamo è: cosa viene secreto dall’uomo? Cosa viene emanato dall’uomo?

Beh, la risposta è molto semplice: il pensiero!

Tuttavia, dobbiamo ben definire di quale tipo di pensiero tratta la Libera Muratoria ed in questo ci viene in aiuto il Libro Sacro che viene aperto nel prologo del Vangelo secondo Giovanni ad inizio di tutte le tornate del grado di Apprendista Libero Muratore:

Ἐν ἀρχῇ ἦν ὁ λόγος

In principio era il Verbo

Chiariamo subito che la traduzione del termine “verbo” deriva dal latino verbum che venne utilizzato per tradurre il greco λόγος ovvero “Logos”.

Dunque, è il Logos che viene emanato dall’uomo, ma, come ben sappiamo dalla simbologia cristiana, il Logos nasce dalla Vergine e pertanto dobbiamo raggiungere lo stato di verginità, di “immacolata concezione” che, nella simbologia massonica viene rappresentato da quel Silenzio di cui parlavamo poco fa.

Ebbene, il Segreto non è altro che il Logos che si manifesta in quell’uomo che si è prima completamente purificato (sgrossare la pietra, raggiungere il Silenzio) e che quindi riceve la Luce, la Mezla Qadisha o meglio lo Spirito Santo che, tradotto successivamente dalla mente umana diventa discorso ispirato e quindi, appunto, Logos.

Capiamo dunque quanto sia importante l’operatività di questo grado del RSAA, poiché è attraverso di questo che potremo sperare di ricevere poi il IX grado che rappresenta, attraverso la sua simbologia di cui tratteremo in seguito, tutto quanto è necessario per rendere permanente questo stato di ispirazione che ci permette di essere manifestazione del GADU.


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