Da una parte e dall’altra della porta dell’Occidente, da dove entrano gli operai, vi sono due colonne:
Quella di sinistra, dedicata al sole e di colore nero, è contrassegnata dalla lettera “B” (bet) e sostiene un capitello d’ordine dorico sormontato da un globo;
Quella di destra, dedicata alla luna e di colore bianco, è contrassegnata dalla lettera “J” (iod) e sostiene un capitello d’ordine corinzio sormontato da tre melagrane.

Già dalla presenza di queste due colonne, espressione tipica del Tempio di Salomone, non ci dovrebbero essere dubbi di alcun genere in merito al principio emanante della Massoneria. Nonostante tutto, in molti, ancora oggi, pensano che la Libera Muratoria non dovrebbe avere niente a che fare con l’ebraismo o comunque con la Cabala. È evidente che, se già prima di entrare all’interno del Tempio sono presenti queste due colonne, non è propriamente così e non credo ci sia niente di male nell’affermarlo poiché è alquanto palese la derivazione della cultura occidentale moderna da quella ebraica. Attingere a quest’ultima ed al suo sviluppo, che è inevitabilmente legato alla diaspora europea, è per l’occidente una normalità della quale bisogna essere fieri poiché non si può negare che l’evoluzione spirituale che questo popolo ha contribuito a creare nel continente europeo, in parallelo con il cristianesimo, è stato illuminante per ciò che noi oggi possiamo riconoscere nella società in cui viviamo.

Per poter avere una idea sul perché le due colonne del Tempio di Salomone ebbero i nomi che le contraddistinguono, bisogna andare, oltre che alla ricerca di fonti storiche ormai ben note agli studiosi, a capire prima di tutto le pratiche cabalistiche utilizzate dagli ebrei e che sono arrivate a noi tramite l’incredibile espansione e quindi possibilità di attingere a queste, del medioevo e dello sviluppo in Europa delle scuole ebraiche.

Una di queste è indubbiamente la Ghematria. Vi invito a ricercarne il significato ed il metodo negli strumenti oggi a noi più conosciuti, ma soprattutto nei libri.

Secondo la Ghematria, dunque, analizzeremo i nomi di entrambe le colonne per poi poterne sviluppare il senso.

La colonna di destra è contrassegnata dalla lettera “J”, anche se è opportuno utilizzare la lettera ebraica י (Yod).

Il nome ebraico JACHIN יכין, che è anche la parola sacra del grado di Compagno d’Arte, si pensa sia derivata dal nome di uno dei figli di Simeone e, secondo molti studiosi, significa “stabilità” o meglio “egli stabilisce”.

Prendendo come riferimento l’albero sephirotico, JACHIN è la colonna di destra e quindi della Misericordia ed il “pilastro della Forza” dal colore bianco e sul quale si distribuiscono le Sephiroth di CHOKMAH, CHESED e HOD. Pertanto, la statua della FORZA internamente al Tempio, solitamente quella di Ercole, deve essere in corrispondenza della colonna JACHIN e quindi alla sinistra del II Sorvegliante.

Secondo la Ghematria, tale parola ha valore numerico 740 così come le seguenti parole:

ParolaSignificato
מסמרתUn chiodo, rivetto
מצריתUn egiziano
נפת דור L’altezza di Dor
ספרתScriba
נעכרתEssere turbato

Da queste si può evincere che:

Lo scriba egiziano (Thot?) unisce i quartieri turbolenti,

ovvero che la Conoscenza genera equilibrio.

Se vogliamo invece considerare l’ultima lettera non come finale, in ebraico infatti alcune lettere finali assumono una forma ed una numerazione diversa, ma con la forma semplice ovvero la Nun נ, allora si scriverà יכינ  ed il valore numerico sarà di 90, così come le seguenti parole:

ParolaSignificato
אפדהCintura o fissaggio, rivestimento
ידועMolto conosciuto, sapere
יועדYah è testimone
יעדוPuntuale
כיסUna borsa, tazza
כלילCompleto, perfetto; interamente; il tutto; olocausto
לנגבהNella regione meridionale
מולידProgenitore
מכלEssere poco profondo, carente di acqua
נגאלוSono contaminati
סכיUn eunuco
סלUn cesto di vimini
עזוכהAbbandono, deserto o rovine
עזוזPotenza o forza

Da queste si può evincere che:

Creando il vuoto, la forza unisce a Dio.

La colonna di sinistra è contrassegnata dalla lettera “B”, anche se è opportuno utilizzare la lettera ebraica ב (Bet).

Il nome ebraico BOAZ בועז, che è anche la Parola Sacra del grado di Apprendista Libero Muratore, si pensa sia derivata dal nome di Booz, personaggio biblico e secondo marito di Rut, con il significato di “Forza”. Tuttavia, c’è da precisare che quest’ultimo è scritto בֹּעַז, diversamente dal termine da noi ricercato che ha in più la Vau dopo la Bet e, inoltre, il significato non sarebbe quello di “forza”, ma di “veloce”.

Prendendo come riferimento l’albero sephirotico, BOAZ è la colonna di sinistra e quindi della Severità ed il “pilastro della Forma” dal colore nero e sul quale si distribuiscono le Sephiroth di BINAH, GEBURAH e HOD. Il fatto che sia legato alla forma è importante, poiché nella forma si manifesta la bellezza e proprio la bellezza è il riflesso della colonna all’interno del Tempio. Pertanto, la statua della BELLEZZA internamente al Tempio, solitamente quella di Venere, deve essere in corrispondenza della colonna BOAZ e quindi alla destra del I Sorvegliante.

Basta effettuare una semplice ricerca on line per vedere che in principio del termine BOAZ non vi è la Bet, ma la Vau ו, diventando così ובועז. Questo perché la Vau ו in ebraico serve da congiunzione, come la “e” in italiano. Questa non è una cosa da sottovalutare, poiché definisce che le colonne non possono essere prese da sole in considerazione, ma insieme poiché costituiscono una cosa sola. Inoltre, la Vau ו è il numero dell’uomo il quale, così facendo, diventa elemento di congiunzione tra le due colonne e quindi tra i due mondi, sensibile e spirituale, tra terra e cielo, rispettivamente simboleggiati dalle due colonne BOAZ e JACHIN e dai globi posta sopra di esse, rispettivamente un globo terracqueo ed uno celeste.

L’uomo dunque è imprescindibile per l’esistenza del Tempio di Dio; se non c’è l’uomo, non può esserci Tempio. Dunque, quando l’Iniziato si appresta ad entrare nel Tempio della sua Loggia, interponendosi tra le due colonne, diventa egli stesso il simbolo della Vau ו e quindi è simbolo di congiunzione tra i due Mondi. Nello stesso istante in cui si pone tra le colonne, l’Iniziato è Sacro, poiché ogni lettera dell’alfabeto ebraico è sacra e pertanto egli è Sacerdote.

L’analisi ghematrica è dunque da effettuare utilizzando il termine compreso della Vau ו e quindi di ובועז.

Secondo la Gematria, tale parola ha valore numerico 91 così come le seguenti parole:

ParolaSignificato
אפודcopertura; un efod; un piviale; idolo, immagine.
הטה חסדestendere la misericordia.
 היכל יהוהil Tempio o palazzo di Yahweh.
אדני יהוה  il “Signore Dio”, “Il Signore crea”, il Signore è Lui”.
כלולהstato nuziale o amuleti.
כניהו“Yah stabilisce”.
מאכלcibo
מיכיהו“A chi piace Yah?”.
מלכאuna regina
מנאcontare
סלאessere penduli o sollevati (soprattutto di un equilibrio); da barattare o da valorizzare. “Salah”, una città vicino a Gerusalemme.
עבדיה“Adoratore di Yah”, Abdia.

Da queste si può evincere che:

Dio ha stabilito che, per entrare nel suo Tempio, immagine della Misericordia e mangiare del Suo cibo, bisogna seguire un percorso per sposare la Regina.

Tale frase non è da prendere alla leggera poiché sappiamo benissimo che la simbologia dell’albero sephirotico dispone le nozze tra il Re Rosso e la Regina Bianca, rappresentazioni dello spirito umano e della sua anima.

Unendo le due frasi costruite sull’analisi ghematrica dei nomi delle colonne, possiamo dunque stabilire che, nel momento in cui l’Iniziato si pone tra le colonne, può benissimo leggere la seguente frase derivata dalla simbologia alla quale egli stesso partecipa:

prima bisogna unirsi alla propria parte animica (la Regina) e successivamente creare il vuoto per poter acquisire la conoscenza di Dio e quindi unirsi a Lui.

Da ciò è dunque evidente sin dal principio il tenore dei lavori delle camere di Apprendista Libero Muratore e Compagno d’Arte, poiché nel primo grado è dunque necessario procedere ad una conoscenza del mondo interiore con il quale bisogna raggiungere uno stato di unione e quindi di riconoscimento del proprio essere; nel secondo grado, invece, è necessario riuscire a pervenire al vuoto affinché questo sia riempito dalla Volontà di Dio.

Già solo le iniziali delle colonne dovrebbero portare l’iniziato ad una conclusione abbastanza semplice, poiché Yod י è il simbolo del Principio Creatore, Vau ו ne è la sua emanazione e Bet ב il suo ricettacolo. Pertanto, la colonna nera dovrebbe essere ricollegata al mondo materiale, tangibile, della manifestazione, così come d’altronde attesta il globo terracqueo sopra di essa; mentre la colonna bianca, che invece è sormontata da un globo celeste, o in alcuni casi 3 melograni, è collegata al mondo immateriale, nel quale la presenza di Dio è comunque manifesta, ma in una materia più sottile.

Pertanto, da questo punto di vista, le colonne diventano un portale che divide il mondo materiale da quello immateriale e spirituale, da quel Mundus Imaginalis di cui parla Henry Corbin nel suo “L’immagine del Tempio”. L’iniziato è dunque Sacerdote dei due Mondi e dei due Templi, quello dell’anima e manifesto e quello cosmico e Divino, dove assume rispettivamente la qualità di theios Logos (Verbo Divino) e Alethinos Anthropos (Uomo Vero).[1]

L’utilizzo del globo terracqueo sulla colonna BOAZ e del globo celeste sulla colonna JACHIN è avvalorato dal libro dei Proverbi:

Con Sapienza, Dio rese stabile la terra e con Comprensione, Egli rese stabili i cieli e con Conoscenza le profondità furono separate.[2]

Da questa frase si può evincere che con la Sapienza, in ebraico Chokmah, in cima alla colonna della Misericordia costituita appunto dalle tre Sephiroth Chokmah, Chesed e Netzach, Dio rende stabile la terra, ovvero il globo della colonna opposta; mentre con la Comprensione, in ebraico Binah, in cima alla colonna della Severità costituita appunto dalle tre Sephiroth Binah, Geburah e Hod, Dio rende stabile i cieli, ovvero il globo della colonna opposta. In pratica, attraverso l’esistenza dei due mondi, questi si rendono stabili vicendevolmente; se uno non è in equilibrio, inevitabilmente l’altro diventa disequilibrato.

La frase continua prendendo in considerazione la Conoscenza, in ebraico Da’ath che fa parte della colonna dell’Equilibrio. Il fatto che “le profondità furono separate” è relativo all’esistenza dell’Abisso, ovvero dell’ultimo velo che divide i 3 Superni Kether, Chokmah e Binah dalle altre 7 Sephiroth inferiori.

C’è da ricordare inoltre che, secondo alcuni studiosi, è da prendere in considerazione la derivazione islamica della Massoneria e soprattutto della costruzione del Tempio, cosa che non deve scandalizzare poiché per secoli l’Islam ha avuto la possibilità di portare la conoscenza nel mondo moderno fino agli scambi culturali durante le crociate che hanno portato poi, secondo alcune leggende, i Templari a ricevere un certo tipo di Conoscenza e riportarlo in Europa.

Sarebbe stato Dhu l-Nun al-Misri, celebre mistico egiziano vissuto nel VII secolo, ad aver dato una regola alla sua tariqa, detta dei Costruttori, e quindi a dare una forma ed una simbologia appropriata al Tempio.

È dunque da prendere in considerazione anche il nome arabo delle due colonne, ovvero Yaqîn یقین e Abu’l-Faiz o Abuazz[3] o, come riportato da Gabriele Mandel, sostenitore della teoria secondo la quale la Massoneria ha origine nel sufismo,

le due colonne del sufismo furono Dhu ‘nNun al Misri, detto Abuazz e alJunaid, detto Yafi’im.[4]

In particolare, Yaqîn یقین che significa certezza, è legato ad un percorso in fasi che porta alla Conoscenza di Dio.

Abu’l-Faiz è invece un nome composto da Abu, che significa eccellente o padre, e Faiz che significa vittoria o successo. Pertanto, il termine dovrebbe significare “Grande Vittoria”.

Volendo giocare con le parole fin qui acquisite dai significati dei termini arabi, potremmo ben dire che:

La certezza è padre della Vittoria

(Il fine ultimo è l’unificazione con Dio)


[1] L’immagine del Tempio, p. 178 – Henry Corbin

[2] Proverbi 3:19-20

[3] I Sufi p. 353 – Idries Shah

[4] Il Sufismo vertice della piramide esoterica – Gabriele Mandel


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