Nel Catechismo del grado di Apprendista, alla domanda “che c’è di comune fra noi?” si risponde “Una Verità ed un Segreto”, dando come spiegazione che la Verità è il G.’.A.’.D.’.U.’., mentre il Segreto è quello posseduto dalla Massoneria che, a mezzo di Simboli, Allegorie e Misteri, insegna la dottrina più idonea a formare l’Uomo.
Tuttavia, in questa risposta leggo una parola che resta celata all’occhio e che unisce, in qualche modo, entrambi i termini: “Conoscenza”.
Questo perché l’esistenza della Verità, presuppone la sua conoscenza da parte di qualcuno e, salendo per la scala delle analogie si arriva alla Verità assoluta conosciuta dall’Uno che, in quanto Tutto, è egli stesso Verità.
Il Segreto, in quanto tale, presuppone anch’egli la conoscenza di un qualcosa di nascosto, occulto. Il Segreto, quindi, è possedere una conoscenza che non può o non deve essere svelata per vari motivi.
La conoscenza di cui voglio parlare è metafisica, in quanto non raggiungibile tramite i classici metodi moderni. Non è una conoscenza che può trovarsi in un libro, in una scuola; questo perché non è esprimibile con un linguaggio per come noi, oggi, intendiamo il linguaggio. Questo tipo di conoscenza è derivata dall’intuizione, dal ricevere dall’esterno, o anche dall’interno di sé stessi, un qualcosa che si capisce, ma che non si riesce e non si può esprimere. È il sapere, ma non spiegabile e non trasmissibile.
In un certo senso è la conoscenza che la Massoneria cerca di dare proprio a mezzo di Simboli, Allegorie e Misteri e che per essere recepita deve inevitabilmente prima passare per un percorso che ha l’obiettivo di effettuare un lavoro per la formazione dell’Uomo in equilibrio con sé stesso e con il Macrocosmo.
È chiara qui la simbologia utilizzata per lo sgrossamento della pietra grezza che, dopo un lavoro preciso e il più delle volte estenuante, porta alla pietra cubica. Questa pietra, una volta squadrata – l’Uomo formato, il Microcosmo – si interseca perfettamente con le altre per la costruzione del Tempio – l’Uomo Cosmico, l’Adam Kadmon – che è, in principio, costruzione/emanazione divina e quindi parte dell’Uno – il Macrocosmo.
Ma come si forma l’Uomo dall’uomo?
All’entrata del nostro Tempio, proprio come a Delfi, è scritto NOSCE TE IPSUM.Sappiamo benissimo che la frase completa dice: Conosci te stesso e conoscerai gli Dei.
La conoscenza del proprio Io permette quindi di conoscere per analogia il G.’.A.’.D.’.U.’., quindi la Verità.
Tuttavia, la Verità raggiungibile in questo stato, nello stato dell’uomo, non è assoluta perché, per conoscere la Verità del Tutto, bisogna essere il Tutto. Questo significherebbe la re-integrazione e quindi la non esistenza del Sé concepito come individualità.
Anche se non assoluta, questa Verità è sicuramente vista da un’angolatura più ampia rispetto a prima; come se l’osservatore, prima su un piano, potesse osservare da una postazione più alta, ampliando quindi la sua visuale.
La conoscenza di sé stessi porta ad intravedere una parte più grande del riflesso dell’UNO; in un certo senso ad una percezione più ampia della realtà e quindi della Verità, ad una elevazione spirituale che avvicina all’Uno.
Il NOSCE TE ISPUM comporta prima di tutto l’osservazione. Osservare sé stessi significa anche essere presenti nel qui e ora, distaccandosi da quelli che possono essere definiti i “giochi della mente”.
Simbolicamente, l’Apprendista deve essere assolutamente concentrato per poter battere il colpo con la giusta forza e angolazione per non scalfire più del dovuto la pietra grezza.
Tutta la simbologia massonica porta indicazioni e suggerimenti sulla metodologia di lavoro da intraprendere.
Ecco come la Massoneria indica un percorso che permette di raggiungere la conoscenza di sé stesso e quindi la “formazione”, o forse è meglio dire il risveglio dell’Uomo inteso come emanazione della divinità, come Figlio di Dio. Un percorso di ricerca di quella scintilla divina nascosta nel corpo dell’uomo, un percorso che porta alla scoperta dell’Io.
Questo è il Segreto: l’Io nascosto nell’uomo che risvegliato diventa Uomo, il Figlio di Dio. Un Io che va oltre la composizione della materia e che è dunque immortale, proprio perché diretta emanazione dell’Uno e quindi a Sua immagine e somiglianza. Un Segreto del quale la Massoneria è depositaria.
La mia esperienza personale mi porta a pensare che l’Io sia posto nel cuore. Questo perché ho avuto modo di sentire degli impulsi che venivano proprio dal cuore e che si distribuivano su tutto il corpo.
Questo genere di impulsi sono stati più volte percepiti nell’osservare qualcosa con amore incondizionato o leggendo. Quest’ultima particolare situazione mi ha fatto capire che, leggendo qualcosa di elevato e che avvicina in qualche modo ad un piano superiore di conoscenza, il cuore parla. Da qui ho iniziato ad ascoltare con attenzione ed ho vissuto sulla mia pelle che per riuscire in questo, ad ascoltare, bisogna porsi nel corretto equilibrio interiore.
La formazione dell’Uomo, la pietra che da grezza diventa cubica, è lo stato di equilibrio per la conoscenza di se stessi. L’uomo che, conoscendosi, diventa Uomo e si riscopre Figlio di Dio, così come la Stella Fiammeggiante ne costituisce l’emblema.