

Non ha l’ottimo artista alcun concetto
c’un marmo solo in sé non circonscriva
col suo superchio, e solo a quello arriva
la man che ubbidisce all’intelletto.
Il mal ch’io fuggo, e ‘l ben ch’io mi prometto,
in te, donna leggiadra, altera e diva,
tal si nasconde; e perch’io più non viva,
contraria ho l’arte al disïato effetto.
Amor dunque non ha, né tua beltate
o durezza o fortuna o gran disdegno,
del mio mal colpa, o mio destino o sorte;
se dentro del tuo cor morte e pietate
porti in un tempo, e che ‘l mio basso ingegno
non sappia, ardendo, trarne altro che morte.
— Michelangelo Buonarroti
Facendo indubbiamente riferimento al sonetto di Michelangelo, l’artista qui ci induce a pensare all’attività dell’Intelletto che agisce attraverso la manifestazione umana, sfruttando la dualità dell’uomo, diviso o meglio “composto” da un corpo e da un’anima; queste evidenziate, come a volerne sottolineare la provenienza, nei due uomini seduti uno su un uovo, a rappresentare l’irrazionalità dell’anima umana ed uno su un cubo, a rappresentare la forma che si manifesta nella materia del corpo.
Sono questi due elementi che, disposti come un riflesso che agisce su sé stesso, diventano ipostasi di concezione plotiniana condizionate dall’Unità Divina che altro non può fare se non creare attraverso la Sua Volontà.
È proprio questa Volontà che agisce tramite l’Intelletto sulle successive ipostasi; Intelletto che non bisogna confondere con il moderno concetto assunto di razionalità, ma con il vero significato recuperabile da un’analisi etimologica del termine, ovvero quello di inter legere e quindi di poter leggere interiormente. In tal senso, l’Intelletto assume un significato opposto alla razionalità e quindi alla dianoia greca, definendosi piuttosto come nous. Proprio con quest’ultimo senso, l’uomo raggiunge la capacità di poter conoscere attraverso la contemplazione delle immagini interiori e quindi delle idee platoniche del mondo iperuranico. È questo tipo di conoscenza che verrà chiamata Gnosi dalla patristica cristiana per definire quel tipo di conoscenza che non deriva dalla lettura di libri o da conclusioni logiche, ma da una illuminazione interiore ricevuta grazie e soprattutto dopo aver percorso un cammino di tipo iniziatico e misterico, cosa che tra l’altro, noi di THEORIA, indichiamo spesso nei nostri articoli, basandoci soprattutto su questo tipo di conoscenza.
Sono le corone trionfali sulla testa dei due soggetti, composte da rami d’alloro, che avvalorano la tesi, poiché queste simboleggiano la Sapienza raggiunta e pertanto la conoscenza di cui parliamo, cosa che glorifica la manifestazione animica e corporea condizionata dunque da una Influenza Divina.
Il fatto che entrambi gli elementi agiscono sul proprio opposto, indica una chiara azione del corpo sull’anima e dell’anima sul corpo. In effetti, sappiamo benissimo oggi dell’azione coinvolgente in modo reciproco di queste due componenti umane ed è proprio per questo motivo che è indispensabile riuscire ad avere un controllo su queste affinché l’Iniziato possa procedere nel proprio percorso per raggiungere la Gnosi di cui soprascritto.
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