Egli non ha bisogno ogni giorno, come gli altri sommi sacerdoti, di offrire sacrifici prima per i propri peccati e poi per quelli del popolo, poiché egli ha fatto questo una volta per tutte, offrendo sé stesso.
Ebrei, 7:27
Carissimi Fratelli,
scrivo questa lettera poiché ritengo sia giunto il tempo in cui il Logos si esprima, ponendo la spada nella mano sinistra e la mano destra sul petto.
Ormai da tempo ho avuto modo di meditare su varie vicissitudini in cui si è dimostrato palesemente ed a tutti noi la pochezza e la degenerazione in cui è caduta parte dell’umanità e purtroppo anche di quei pochi che si ritengono iniziati, ma che di iniziatico purtroppo non hanno nulla.
È veramente triste la situazione in cui navigano alcune realtà nelle quali dovrebbe essere portato in alto lo stendardo del Grande Architetto dell’Universo, come ultimo bastione della Verità nella desolazione della modernità in cui viviamo.
Purtroppo, questa degenerazione sta iniziando a dare i suoi inevitabili frutti con evidenti decisioni che portano poi alla sicura disfatta delle organizzazioni che le propugnano.
In questi giorni mi è purtroppo arrivata la notizia di uno scherno compiuto nei confronti di alcuni Fratelli con il quale condividiamo un percorso di elevazione spirituale verso la Verità, al quale mi sono consacrato anni fa, prima ancora di essere riconosciuto come Massone. Questo scherno, il quale ritengo sia dettato da una profonda ignoranza, ma soprattutto da una incredibile ipocrisia nei confronti di tutti i Fratelli, non ha ferito il mio essere in quanto non condizionabile da tali azioni; ha ferito invece ed in maniera profonda, il simbolo che all’interno di una Scuola Iniziatica e soprattutto durante gli Architettonici Lavori viene rappresentato da questi Fratelli, ovvero quello di Fratelli Liberi Muratori.
Tale scherno consiste nell’accusa di essere come “sacerdoti” nella celebrazione delle tornate alle quali partecipano, come se questo fosse un aggettivo offensivo e spregevole per un Massone.
Orbene, è giusto e corretto precisare l’etimologia della parola al fine di riportare la corretta interpretazione della figura che può rappresentare e soprattutto del dovere che un Fratello Libero Muratore deve compiere.
Sacerdote deriva da SACER sacro e DOT io do.
Pertanto, il sacerdote è colui che dà il sacro, ovvero colui che offre alla divinità il sacrificio.
Sacrificio significa appunto rendere sacro. Sacro deriva dalla radice indo-europea SAC/SAK/SAG che significa adesione.
Ritengo dunque che il Sacerdote di cui prima è colui che offre qualcosa alla divinità e questa cosa così si avvicina a Dio, aderendone completamente. Questa adesione della cosa offerta a Dio ne consegue la santità che etimologicamente deriva da sanctus, parola quest’ultima che condivide la stessa radice indo-europea SAC della parola sacro e che è il participio passato del verbo SANCIRE che significa separare.
Santo dunque significa separato, ovvero una condizione che pone la cosa santa separata dal mondo poiché aderente alla divinità che il mondo trascende.
Ritornando al lessico muratorio, sappiamo benissimo che il Fratello Libero Muratore lavora all’edificazione del Tempio, linguaggio allegorico che definisce l’aspetto sacro del compito affidato all’iniziato alla Libera Muratoria. In particolare, il Fratello Apprendista Libero Muratore ha il compito di sgrossare la pietra al fine di poter questa essere utilizzata proprio alla costruzione del Tempio. È corretto precisare a proposito di quanto scritto prima che la pietra grezza altro non è che il simbolo della personalità dell’individuo che deve essere sgrossata al fine di poter “aderire” perfettamente con le altre pietre e dunque avere delle proprietà consone all’utilizzo successivo. Il termine “aderire” è stato definito prima come il significato ultimo della parola SACRIFICIO. È dunque conseguente definire che il Libero Muratore, nel proprio lavoro di sgrossamento della pietra grezza, altro non fa che rendere sacro sé stesso offrendosi come sacrificio al Grande Architetto dell’Universo affinché sia compiuto il Suo progetto e quindi che “sia fatta la Sua Volontà”.
Da tutto ciò ne consegue che il Massone è effettivamente un vero sacerdote e lo è nella maniera forse più sacra, poiché egli offre sé stesso, proprio alla maniera della citazione di cui all’inizio di questo articolo tratta dalle lettere di S. Paolo agli Ebrei.
Questo tipo di sacerdozio che viene definito biblicamente “alla maniera di Melkitzedek”, è un sacerdozio che non è definito da una casta sacerdotale come quella dei Leviti ben conosciuta alla Massoneria poiché legata al IV grado di Maestro Segreto, ma è un sacerdozio che va oltre al sangue ed alle caste, è un sacerdozio che deriva dall’auto-consacrazione che viene compiuta per dedicare completamente sé stessi a Dio, così come il Libero Muratore compie il sacrificio di sé stesso sgrossando la pietra grezza per poter aderire al piano del Grande Architetto dell’Universo.
Dunque, carissimi Fratelli, siamo Sacerdoti? Si, lo siamo.
Lo siamo nella maniera più nobile, così come Cristo lo è alla maniera di Melkitzedek, poiché non offriamo sacrifici come frutta o carne, ma liberamente offriamo noi stessi affinché si compia in noi ciò che è la Volontà del Grande Architetto dell’Universo.
È giusto dunque che lo scherno compiuto diventi motivo di ulteriore studio della simbologia che ci appartiene, ricordando a tutti noi ed a chi non ancora ha compreso la grandezza del percorso che sta seguendo, che noi lavoriamo Alla Gloria Del Grande Architetto Dell’Universo.