Questo stemma non è altro che lo stendardo utilizzato dai Cavalieri Templari e, per quanto possa avere una derivazione storica ed etimologica, così come ha avuto il suo utilizzo nelle guerre sante propugnate dalla Santa Chiesa, qui ne parleremo esclusivamente dal punto di vista simbolico così come conviene a questa rivista, cercando di attingere da quella Conoscenza che cerchiamo perennemente di raggiungere nel nostro percorso.

Da buon ricercatore, è evidente che i colori utilizzati siano corrispondenti alle 3 fasi alchemiche:

  • Nero – Nigredo
  • Bianco – Albedo
  • Rosso – Rubedo

Già questo potrebbe essere sicuramente uno spunto su cui basare la propria tesi. Infatti, queste 3 fasi si associano benissimo a quella che è la simbologia cristiana ed indubbiamente rappresentano un percorso di riassimilazione al Principio Divino.

La Nigredo, in quanto fase di putrefazione della materia, sappiamo che è un processo di morte della propria personalità, la quale perde il proprio nome/forma per acquisirne successivamente uno nuovo legato alla rinascita della nuova personalità iniziatica simboleggiata nell’Albedo. Nella Rubedo, invece, questa nuova personalità muore a sua volta in quella che è definita la morte mistica, per poter dare la possibilità di manifestazione alla Volontà Divina.

Scritta così, in due righe, sembra cosa semplice… eppure non lo è, anche se indubbiamente è cosa fattibile e questa è la simbologia che lo stesso cristianesimo ci ha donato, trasportandolo dai confini del mondo e del tempo fino ad oggi, a disposizione di tutti, ma comprensibile a pochissimi.

Altra interpretazione, questa derivata esclusivamente da processi meditativi intrapresi in merito, è legata invece ad altri concetti che oserei definire cabalistici per il modo in cui verranno espressi, ma sono semplicemente da chiamare esoterici, poiché provengono dal profondo dell’animo umano.

In questo caso il nero rappresenta la mente umana che, purificata attraverso un processo di rettificazione legato a pratiche meditative e respiratorie, può benissimo essere associata a questo colore, il quale non è altro che l’assenza di tutti gli altri colori e quindi l’assenza di condizionamenti che la nostra mente, in uno stato “normale” di coscienza, subisce in continuazione.

Il bianco, a sua volta, è invece il colore che definisce l’Influenza Divina, la Mezla Qadisha o, per avvicinarci alla simbologia cristiana, lo Spirito Santo (Ruach haQodesh).

A questo punto, grazie alla presenza dei due elementi, mente e spirito, che possono benissimo essere anche associati alla materia ed allo spirito, entra in funzione un terzo elemento che è il prodotto dell’unione dei due precedenti: il Logos, rappresentato nella Croce patente rossa.

Per chi ha avuto modo di studiare la Cabala, soprattutto quella ermetica e occidentale, possiamo benissimo associare questi elementi a delle Sephiroth specifiche:

  • Il nero a Binah, l’Intelligenza, la madre
  • Il bianco a Chokmah, la Sapienza, il padre
  • Il rosso a Tiphareth, la Bellezza, il figlio

Da un punto di vista cristiano, possiamo associare ulteriormente questi colori secondo questo schema:

  • Il nero a Maria Vergine
  • Il bianco allo Spirito Santo
  • Il rosso a Cristo

Riportiamo dunque la seguente tabella riassuntiva per chiarire ulteriormente i concetti sopra esplicati:

ColoreAlchimiaCabalaCristianesimoUomo
NeroNigredoBinahMariaMente
BiancoAlbedoChokmahSpirito SantoInfluenza Divina
RossoRubedoTipharethCristoLogos

Possiamo, in conclusione definire il Beauceant come un simbolo che racchiude in sé molti significati, ma che indubbiamente traccia un percorso. Questo percorso era conosciuto dalla componente iniziatica ed esoterica dei Templari e sicuramente non da tutti i Cavalieri. È per questo che resta così sacro fino ad oggi, perché riassume in sé la via verso il Divino.

Non nobis Domine non nobis sed Nomini Tuo da gloriam

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