Mi han tolto il mio Dio e ora non ho nessuno su cui io possa confidare, non so chi adorare, né a chi rivolgermi.
San Serapione
Se per l’Aria il processo di comprensione sull’identificazione dell’elemento e sulla sua purificazione non era facile, possiamo già immaginare che per il Fuoco sarà ancora più difficile.
Per capire da cosa dobbiamo purificarci dobbiamo però compiere un passo indietro, collegandoci a quanto scritto prima in proposito dell’Aria la quale è stata identificata al pensiero e quindi alla Ragione; pertanto possiamo identificare nell’elemento Fuoco qualcosa di legato all’Intelletto. Tramite l’Intelletto, ovvero la capacità di osservare interiormente, l’uomo può osservare l’eidolon ed il simbolon, ovvero gli archetipi che sono il principio del processo logico. In termini filosofici, possiamo identificare nell’Intelletto ciò che è necessario per “vedere” le idee che sono nell’Iperuranio di Platone. La stessa parola idea ha come radice etimologica eidhos che significa immagine.
Etimologicamente il termine Fuoco deriva dal greco phos, ovvero luce. Quindi, il Fuoco è luce.
Però, se da questa luce l’Iniziando si deve purificare, è chiaro che non è la stessa Luce di cui si parla dopo il superamento dei 4 elementi e della quale parleremo più avanti. In questo caso ci può venire in aiuto la concezione che abbiamo del Fuoco, ovvero la fiamma. Se dovessi provare a descrivere la fiamma, sicuramente direi che ha una forma. La forma è ciò che più ci avvicina al concetto di immagine, di idea. Presumo quindi che, nella simbologia dei viaggi iniziatici, la purificazione dal Fuoco indica il superamento delle immagini e dei simboli che vediamo tramite l’Intelletto.
Quindi, il Fuoco di cui si parla durante l’iniziazione non è tanto l’Intelletto, quanto invece ciò che vede l’Intelletto, ovvero gli archetipi.
Nel precedente elemento avevamo accennato alle “ombre”. Queste ombre, generate da un qualcosa che si frappone tra lo speculum e la sorgente della luce, sono appunto le immagini ed i simboli, ma prima di dire che questi vengano generati dal centro, dobbiamo saper discernere bene. Infatti, solitamente queste vengono condizionate sia dall’esterno che dall’interno.
Il condizionamento esteriore è derivato dall’ambiente, dalla Società e dalle persone che frequentiamo; quello interiore è qualcosa di molto più profondo e può essere identificato nell’inconscio collettivo di cui ha parlato C.G. Jung nella sua ricerca poi diventata la base della moderna psicanalisi.

Superando la concezione delle ombre, possiamo pervenire alla conoscenza delle forze che dominano la realtà illusoria che solitamente percepiamo e che gli antichi avevano ben compreso, rappresentandole con i vari pantheon relativi alle culture dei diversi popoli della terra. Queste forze che ancora sconosciamo, dominano ciò che scatena il processo logico e a cascata le emozioni e le sensazioni.
Analizzando bene la situazione, ci rendiamo conto che siamo schiavi di un qualcosa che non conosciamo nemmeno e questa, cari lettori, è la condizione in cui viviamo normalmente.
La stessa concezione di Dio è condizionata e caratterizzata da una antropomorfizzazione che deve essere superata, così come l’Iniziato deve superare il Fuoco. A questa considerazione era arrivato Meister Eckhart, il quale esclamò:
“Dio liberami da Dio”.
Con questa fortissima affermazione, il mistico tedesco voleva proprio indicare che Dio è inconcepibile; quindi, ogni interpretazione umana è una svilizzazione di Dio stesso.
Per evitare di dare forma ad un’idea di Dio è necessario superare la condizione di Profano, legato al normale utilizzo della Ragione e della mente che danno forma ad una realtà relativa ed interpretata e che, soprattutto, danno forma ad una idea di sé stessi che, per comodità, chiameremo Ego.
L’Ego, dunque, deve essere superato e questo lo possiamo ritrovare nel simbolismo cristiano della crocifissione e resurrezione. L’uomo/Ego viene crocifisso alla croce degli elementi da dove griderà:
“Dio mio perché mi hai abbandonato?”.
Dopodiché, risorgerà il vero Uomo che è Dio stesso.

Ciò che abbandona l’uomo messo in croce è proprio la concezione di Dio, quell’idea che era stata creata da culture, religioni ed interpretazioni altrui e che ora, non essendoci più il condizionamento dal quale è stato purificato, non è più. Da qui in poi l’uomo è solo, proprio come nella citazione posta all’inizio di questo capitolo[1] e può definirsi Figlio di Dio, fatto a sua immagine e somiglianza, generato e non creato.
Ovviamente questa non vuole essere una divinizzazione dell’uomo, quanto invece un input importante per procedere nella via iniziatica che il Massone compie alla ricerca della Verità e della Conoscenza di sé stessi. Andando a fondo e procedendo come indicato nei viaggi iniziatici, l’uomo scava dentro di sé e osserva le proprie componenti fino a giungere alla Conoscenza ultima ed allora potremo affermare ciò che diceva San Paolo:
“Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.
[1] Don Paolo Squizzato (La meditazione – I parte, 2016)
Conclusioni
In conclusione, si può affermare che i Viaggi Iniziatici sono una grandissima indicazione, un dono che la Tradizione ci ha portato solcando i mari del tempo, attraverso le età, le culture ed i popoli.
Le interpretazioni possono essere tante e portare a diverse strade da percorrere, ma ciò che è certo è che tutte queste strade portano in un centro dove l’uomo ritrova una conoscenza perduta, così come la parola perduta dei massoni. Diversamente, l’interpretazione non può che essere errata e, seppur questa affermazione può sembrare presuntuosa, tuttavia è necessario ricordare che la Massoneria è una Scuola Iniziatica che ha il compito di riportare l’uomo a conoscere sé stesso e quindi Dio, così come già affermato sulla trave della porta del Tempio.
L’effettiva esecuzione dei Viaggi può durare una vita intera e, nonostante ciò, non significa che si riesca a superare tutte le prove. Da ciò bisogna capire che il percorso iniziatico è di tutti, ma non è per tutti. Chiunque, animato dal desiderio della Conoscenza, può iniziare questa via; ciò non significa però che tutti riescano ad arrivare al centro della croce. Per questo è necessario riportare il senso nascosto della simbologia che le varie religioni e scuole iniziatiche hanno il compito di trasferire nell’arco dei secoli all’uomo. È necessario che ci sia una base di partenza ben identificata sulle intenzioni che si prefigge una Organizzazione Iniziatica al fine di filtrare già all’inizio i componenti che avranno il compito di portare avanti la Tradizione e soprattutto di percorrere veramente la Via Santa della Purificazione e della Conoscenza.
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Nel Silenzio vi è la Morte – Nel Silenzio vi è la Vita