Ci fu un momento in cui pensavo di essere queste mani,
di essere queste gambe,
di essere questo corpo.
Poi, un giorno, chiudendo gli occhi e riaprendoli,
mi accorsi che io non ero queste mani,
che io non ero queste gambe,
che io non ero questo corpo.

Allora andai oltre ed osservai,
pensando di essere il mio pensiero e le mie emozioni,
ma mi accorsi che le mie emozioni erano generate dal mio pensiero
e che il mio pensiero era condizionato dall’esterno e dall’interno,
ma io non ero il mio pensiero.
Io generavo il pensiero tramite le immagini,
ma io non ero il pensiero.

Allora andai oltre ed osservai,
cercando di capire cosa ero
e vidi un fuoco che splendeva e che, grazie alla sua luce, mi permetteva di pensare,
mi permetteva di emozionarmi,
mi permetteva di vivere.
Io non ero neanche questo fuoco.
Potevo vederlo, vedere la sua luce che dava forma alle immagini
che, a loro volta, davano il principio al pensiero.
Il fuoco mi dava la possibilità di essere nel pensiero,
di essere nelle emozioni
di essere nel corpo,
ma non ero io il fuoco.

Allora andai oltre ed osservai,
e vidi il buio
e sentii la solitudine
ed allora capì chi ero
in quel centro immobile attorno al quale tutto ruota.

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